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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



05/04/2015 M.Causi
«Tanti rischi dall´emergenza dirigenti»

«Tanti rischi 

dall´emergenza dirigenti»

Intervista di Marco Mobili a Marco Causi - Il Sole 24 Ore, 5 aprile 2015

A rischio ci sono tra i 3 e i 7 miliardi. È quanto potrebbe perdere il Governo se le Entrate non riuscissero a lavorare le domande di adesione alla voluntary disclosure. A lanciare l´allarme sull´impatto dello stop della Corte costituzionale a 1.200 dirigenti delle agenzie fiscali è il capogruppo Pd in commissione Finanze alla Camera, Marco Causi, che per questo chiede una soluzione immediata.

Si rischia allora un´impasse con ricadute per l´azione di Governo?

Occorre un provvedimento urgente. Senza soluzioni organizzative efficaci e immediate, che facciano da ponte rispetto a interventi strutturali e permanenti, il caos nelle agenzie fiscali può avere impatti macrofinanziari rilevanti.

A cosa si riferisce nel dettaglio?

Alle Entrate sono a rischio tutte le lavorazioni complesse e quelle innovative, cioè i processi non standardizzati che richiedono una guida sicura ed esperta. Il ravvedimento lungo introdotto dall´ultima legge di stabilità (700 milioni), la presenza dell´amministrazione nelle liti di maggior valore per un ammontare di 4-5 miliardi. E soprattutto il rientro dei capitali, mai quantificato ufficialmente ma collocabile in una forchetta fra 3 e 7 miliardi. Considerando la metà di questi importi, la perdita di gettito 2015 si aggira sui 5 miliardi. È una stima minima, ma sufficiente a rendere fragili i conti del Def in elaborazione in queste ore.

E per i contribuenti?

Preoccupa l´impatto sulle imprese, per la questione dei rimborsi Iva con la novità del reverse charge, o ancora per il rallentamento dei procedimenti doganali. A capo della Dogana del più importante porto italiano, quello di Genova, c´era un cosiddetto «reggente». Il sistema Italia non può permettersi una tale baraonda organizzativa in uffici pubblici così cruciali per la nostra economia.

Scelta civica propone la riduzione del numero dei dirigenti e una riforma radicale delle agenzie fiscali. Il Pd la ritiene una strada praticabile?

Se questa crisi ci porta a discutere di come modernizzare le agenzie fiscali, in parallelo alle innovazioni previste dalla delega fiscale, allora ben venga. È sbagliato, però, rinunciare al modello di agenzia, come di fatto propone Scelta civica. In tutti i Paesi del mondo gli organismi dedicati all´amministrazione tributaria e a quello che ruota intorno a essa (Dogane, Catasto) hanno un elevato tasso di autonomia organizzativa, per preservare il carattere tecnico dei processi produttivi di cui sono responsabili. Se poi il dirigente pubblico ha funzioni manageriali generali, come nello spirito della riforma Madia, nelle agenzie fiscali è sensato ridurre il numero di dirigenti e aumentare le posizioni a elevato contenuto tecnico-professionale. Un´operazione da cui possono derivare risparmi di spesa. Il punto politico per il Pd è che le agenzie hanno bisogno di manutenzione straordinaria, non vanno rottamate.

Un ricorso alle deleghe di funzione non aggirerebbe la Consulta?

Questo fa parte delle soluzioni tecniche che il Governo sta valutando. Non credo manchino istituti diversi dalle «reggenze» per tamponare l´emergenza.


 

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