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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



02/03/2011 Il Fatto Quotidiano
La Lega blandisce il Quirinale per incassare il federalismo
Nuova forzatura sul decreto, voto di fiducia anche alla Camera per varare il testo bocciato dalla bicamerale
La Lega è pronta a tutto pur di incassare il via libera al federalismo municipale, anche a difendere il Quirinale dagli attacchi di Silvio Berlusconi. Il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, leghista, usa toni ben diversi da quelli a cui è abituato: "Ho avuto sostegno, aiuto e collaborazione non solo dal presidente, ma anche dai suoi collaboratori". Il riferimento alle polemiche di Berlusconi di due giorni fa è chiaro, il Cavaliere si era lamentato degli uffici legislativi del capo dello Stato che "intervengono puntigliosamente su tutto".
A cosa si deve tanto miele da parte della Lega? Oggi si vota alla Camera la risoluzione sul Federalismo municipale cioè, in pratica, il testo del decreto legislativo del governo sul federalismo fiscale che attribuisce (un po´) di autonomia in materia tributaria e soprattutto introduce la cedolare secca sugli affitti, cioè un´aliquota che sostituisce quella dell´Irpef per i proprietari di case affittate.
I leghisti non possono permettersi nuovi problemi con il Quirinale che due settimane fa non aveva firmato il decreto legislativo, rimandandolo indietro. Non tanto per il contenuto, ma per una questione di procedura. Secondo la legge delega del 2009 che disegna il quadro del federalismo fiscale, infatti, se la commissione Bicamerale per l´attuazione della riforma (composta da deputati e senatori) boccia la proposta del governo, questa deve essere presentata alle Camere per un ulteriore passaggio. E solo se lì l´esecutivo trova consensi sufficienti si può andare avanti nonostante il voto contrario della commissione. Ma il governo, dopo il "no" della Bicamerale, la sera del 4 febbraio decide di insistere ed emana il decreto. Il Quirinale lo respinge e Berlusconi e la Lega si vedono costretti a portarlo davanti al Parlamento.
E qui, prima al Senato e oggi alla Camera, la maggioranza si spinge a una nuova forzatura sulla legge delega sul federalismo: perché mettere la fiducia sul parere delle due Camere significa tradirne lo spirito, irrigidire un momento pensato per il confronto e per affrontare i problemi denunciati dalla bocciatura nella Bicamerale. Gli estremi per un nuovo stop da parte del Quirinale o, almeno, per una manifestazione di malumore ci sono tutti. Per questo il capogruppo dei leghisti alla Camera, Marco Reguzzoni, è così conciliante quando i cronisti lo interrogano. Scontro tra governo e Quirinale? "Credo che uno scontro non ci sia ma le polemiche non servono a nessuno", sostiene Reguzzoni. Tutto bene, per la Lega. E, in fondo, tutto bene anche per Giorgio Napolitano che, sostengono in tanti nei corridoi di Montecitorio, con un Berlusconi sempre più bellicoso verso le istituzioni repubblicane sa di poter contare su un minimo di argine offerto da Umberto Bossi. Visto che il capo del Carroccio, almeno finché non incassa questo decreto (e gli ultimi da approvare entro maggio), vuole il massimo della concordia tra esecutivo e Colle.
Dei contenuti del federalismo municipale si parla ormai poco. "Nasce dalla volontà politica di non conferire alcuna vera autonomia impositiva ai Comuni", dice Marco Causi, deputato del Pd. Comunque ormai non c´è più modo di cambiare: bisognerà aspettare qualche anno per capire se la cedolare secca scaverà un buco nei conti pubblici (nel peggiore dei casi 23 miliardi), quante risorse arriveranno al fondo di perequazione che deve sostenere i Comuni meno dotati e se l´introduzione dell´Imposta municipale unica darà il gettito stimato o quanti enti locali sceglieranno di alzare l´aliquota Irpef di loro competenza (fino allo 0,4 per cento in due anni). Aspettando il 2014 quando l´intero federalismo dovrebbe andare a regime. Ma questi saranno problemi sicuramente di un altro governo. La priorità per la Lega è incassare oggi il voto di fiducia.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/02/la-lega-blandisce-il-quirinale-per-incassare-il-federalismo/94637/ 

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