Roma, 16 Ottobre 2024  
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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



20/07/2010 M.Causi
FEDERALISMO: PD SFIDA TREMONTI A RISPONDERE A 10 DOMANDE
ASCA) - Roma, 20 lug - 10 domande corrispondenti a 10 punti oscuri nella manovra e nei conti pubblici sono state presentate dal Pd in una conferenza stampa a Montecitorio con i due capigruppo Dario Franceschini e Anna Finocchiaro, insieme al vicepresidente della commissione bicamerale per l´attuazione del federalismo fiscale Marco Causi, il capogruppo in commissione, senatore Walter Vitali e il reatore sul documento presentato dal ministro, on. Rolando Nannicini.
Per quanto riguarda l´insieme dei dati presentati dal ministro, secondo Vitali ´´da TGremonti e´ stato presentato il federalismo dell´inganno´´.
´´La relazione -si legge nella prima domanda che sintetizza le critiche sui dati- afferma che la spesa discrezionale dello Stato sarebbe di 84 miliardi, mentre quella locale di 171. Coma mai si e´ esclusa dalla spesa statale quella relativa a previdenza e assistenza, considerata non discrezionale, mentre si e´ inclusa nella spesa locale quella sanitaria? Il ministro ritiene forse la spesa sanitaria una spesa discrezionale?´´.
Per il Pd ´´non e´ questa l´unica distorsione informativa contenuta nella relazione. Non e´ corretto infatti -si sostiene- correlare la crescita della spesa pubblica loale con quella del debito pubblico: il debito e´ cresciuto fra il 1980 e il 1992 dal 56,1% al 105,5% del Pil, mentre la spesa pubblica locale in quota di quella nazionale e´ aumentata soprattutto nella seconda meta´ degli anni ´90, in relazione alle politiche di decentramento, e proprio mentre il rapporto fra debito pubblico e Pil veniva ridotto (da 121,8 nel 1994 a 108,8 nel 2001) grazie alle politiche di stabilizzazione finanziaria legate all´ingresso nell´euro´´. ´´Intende il ministro -chiede il Pd- correggere la relazione su questo punto?´´.
 

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