ROMA, 27 aprile (Reuters) - Si allungano i tempi del federalismo fiscale, non solo perché il primo decreto attuativo - quello sul federalismo demaniale - che dovrebbe essere varato entro il 21 maggio ha ancora problemi irrisolti, ma anche perché si accumulano ritardi su tutti gli altri decreti attuativi - non ancora esaminati - che la legge 42 prevede debbano essere approvati entro il 21 maggio del 2011 e quindi presentati entro il prossimo dicembre.
Lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli nel corso di una audizione questa mattina presso la commissione bicamerale per l´Attuazione del federalismo.
Il ministro leghista, in un intervento che lo stesso presidente della commissione Enrico La Loggia ha definito "minimalista" ma "realista", ha sottolineato altri punti problematici come l´introduzione di una nuova razionalizzazione delle tasse (negando che verrà reintrodotta l´Ici, ma confermando invece la previsione di una nuova Service tax che dovrà surrogarla) e, soprattutto, del fatto che "il federalismo fiscale sta se si fa insieme alla riforma del codice delle autonomie e la riforma della seconda parte della Costituzione".
Proprio questi ultimi due elementi sono stati quelli più ripresi nel corso del dibattito che è seguito all´intervento di Calderoli in commissione.
La Loggia ha commentato che non si deve continuare a parlare di riforme istituzionali da fare entro i prossimi tre anni delle legislatura: "Se dobbiamo finire entro un anno il federalismo fiscale, dobbiamo quindi fare qualche passo delle riforme entro un anno. Non sta scritto da nessuna parte che le riforme istituzionali debbano essere fatte con un unico provvedimento".
Tesi questa contestata dalle opposizioni. Per Marco Causi e Rolando Nannicini (Pd), ci si deve "mettere al lavoro su tutte le parti, non solo su un pacchetto minimo" perché il federalismo fiscale si deve sorreggere su "delle premesse che garantiscano l´intero lavoro".
E´ stato anche contestato il pacchetto di decreti che Calderoli ha annunciato entro il prossimo anno: federalismo demaniale, uniformità impositiva di comuni, costi e fabbisogni standard, fiscalità delle Regioni. Secondo le opposizioni sono diversi i temi che restano fuori da questa griglia.
Sul federalismo demaniale poi lo stesso Calderoli ha ammesso che le Regioni hanno da ridire su gestione di demanio marittimo e demanio idrico - fonti di quelli che lo stesso ministro ha definito "tesoretti" -, mentre Linda Lanzillotta (Api) contesta la possibilità a Comuni e Regioni di poter dismettere il demanio immobiliare visto che "tali dismissioni per il patto di stabilità interno devono andare a riduzione del debito".