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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



16/02/2009 M.Causi
Come si finanzia il piano anti-crisi del PD
Per più della metà, il piano anti-crisi del PD può essere finanziato con i risparmi della spesa pubblica per interessi, derivanti dalla riduzione dei tassi.
Il tasso BCE si è ridotto di 2,25 punti rispetto a sei mesi fa. Il tasso che lo Stato italiano deve pagare sui titoli pubblici di nuova emissione si è ridotto mese dopo mese in modo leggermente inferiore, ma comunque di quasi due punti. Anche nelle ultimissime aste la domanda è stata abbondante e i tassi minimi.
Ogni punto in meno di tassi vale un risparmio per lo Stato di 4-5 miliardi. Due punti in meno, quindi, valgono fra gli otto e i dieci miliardi.
Va ricordato, in proposito, che gli emendamenti programmatici proposti dal PD in Parlamento fra dicembre e gennaio, in occasione della conversione in legge del decreto cosiddetto "anti-crisi", e che traducevano in misure di legge le proposte del piano del PD, hanno ricevuto la "bollinatura" del servizio bilancio della Camera, e sono quindi stati ritenuti coperti dal punto di vista finanziario.
Si tratterebbe di fare una cosa molto semplice: decidere fin da adesso che il risparmio sulla spesa per interessi, da accertare entro la fine del mese di giugno, sia totalmente convertito in misure di sostegno ai redditi e all´economia da erogare effettivamente a partire dal mese di luglio.
Se il Governo non segue questa linea, il motivo è solo uno: si vuole utilizzare questa "riserva" di bilancio in modo discrezionale, navigando a vista giorno per giorno, preparandosi ad un nuovo decreto-spot al mese. Questa scelta indebolisce la percezione che gli operatori economici hanno in merito all´efficacia delle politiche di contrasto messe in atto e appesantisce così lo stato di incertezza e di sfiducia.
Molto meglio sarebbe giocare una partita trasparente, in cui sia chiaro che lo Stato italiano concentra tutti i suoi sforzi sul contrasto alla depressione dei redditi e dei consumi.
Con la copertura proposta, il piano anti-crisi del PD porterebbe un deficit pubblico aggiuntivo compreso fra quattro e sei miliardi, fra lo 0,3 e lo 0,4% del Pil. Peraltro, poiché gli interventi avranno come effetto di ridurre la discesa del Pil stesso, ex post l´aumento del rapporto fra deficit e Pil risulterà inferiore.
Tuttavia, se si ritiene inderogabile il vincolo sul deficit, il piano può anche essere attuato in più fasi: si può varare, da subito, una manovra da otto-dieci miliardi attivabili a luglio, a parità di rapporto deficit/Pil, lasciando la restante parte del piano ad una successiva valutazione degli andamenti complessivi dell´economia e della finanza pubblica, da compiere nel mese di ottobre.
 

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