Meglio le vere gare competitive delle procedure
politico-burocratiche europee: mentre perdeva per la beffa del sorteggio la
sede dell´Agenzia europea del farmaco, l´Italia ha vinto la gara per portare a
Bologna il Data Centre del Centro
europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine (European Centre for Medium-Range Weather Forecats − ECMWF).
Si tratta del più importante centro mondiale produttore di
previsioni meteo globali utilizzate per scopi operativi, sia civili che
militari, e per scopi di ricerca. Il suo Data
Centre contiene l´archivio di dati meteo più grande del mondo e i suoi
supercomputer permettono avanzate ricerche con importanti ricadute
scientifiche, si pensi soltanto agli studi sul cambiamento climatico.
L´ECMWF esiste dal 1973 ed è partecipato da 22 paesi, anche
non appartenenti all´Unione Europea, con uno staff di 350 unità provenienti da
30 paesi. Adesso una parte di questo staff si trasferirà in Italia, insieme
agli archivi e alle super-macchine di calcolo.
Il Centro ha sede a Reading, nel Regno Unito, e l´anno
scorso ha lanciato una gara competitiva per la localizzazione del Data Centre. Gli inglesi, obnubilati
dalla Brexit, l´hanno snobbata. L´Italia ha vinto la competizione grazie a un
progetto costruito con intelligenza dalle istituzioni pubbliche e dai grandi
enti di ricerca nazionali: Agenzia spaziale italiana, Istituto nazionale di
fisica nucleare, CNR, CINECA. Il governo nazionale ha previsto un apposito
finanziamento nella legge di bilancio 2017, mentre il Parlamento ha viaggiato
alla velocità della luce per ratificare l´accordo internazionale che definisce
il quadro giuridico: l´accordo, messo a punto lo scorso giugno, è stato già
ratificato dal Senato e lo sarà oggi, martedì 21 novembre, dalla Camera. Il
governo regionale dell´Emilia-Romagna ha messo a disposizione ottime aree nel
Tecnopolo di Bologna, con gli edifici dell´ex Manifattura tabacchi.
Un progetto, quindi, che ha messo insieme qualità
insediativa e qualità scientifica. Con l´obiettivo non solo di attrarre un
Centro internazionale con i suoi addetti, le sue tecnologie, le sue competenze
di avanguardia, ma anche di intercettare le potenziali ricadute sulle filiere
italiane di ricerca operativa e di ricerca scientifica sul clima.
Ecco cosa può fare l´Italia quando fa squadra e quando i
meccanismi di selezione sono davvero competitivi.