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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



28/07/2016 M.Causi
Confusione Capitale. Raggi: su Acea ci vuole una strategia, non bastano streaming e insulti

Confusione Capitale. Raggi: su Acea ci vuole una strategia, non bastano streaming e insulti


Tre notizie mettono oggi al centro dell´attenzione Acea e lo stato confusionale dei pentastellati della Capitale. La prima è il ciclo tariffario 2016-2019 per gli utenti idrici di Roma e provincia, con lo slittamento al 2017 degli aumenti previsti per il 2016, pagato però dagli stessi utenti con tariffe maggiorate dal prossimo anno. Nonostante le fanfare mediatiche dello staff comunicazione del Campidoglio, non è proprio un granchè di operazione: la tariffa idrica romana è fra le più basse d´Italia e d´Europa. 

La seconda notizia è che la Raggi fa ricorso contro la delibera regionale che risolve il contenzioso fra Roma e le comunità reatine per il ristoro finanziario a fronte del prelievo dell´acqua del Peschiera. C´è da trasecolare: si tratta di una decisione assolutamente contraria al principio dell´"acqua pubblica". La giunta Veltroni aveva avviato la trattativa con Rieti dieci anni fa. E´ naturale che una comunità di 4 e più milioni di abitanti debba attingere a bacini acquiferi non vicinissimi, ma è altrettanto naturale riconoscere un risarcimento alle comunità che trasferiscono la risorsa. Si potrà discutere e litigare sul "quantum", e la delibera regionale serve a chiudere il contenzioso. Ricorrere significa considerare la risorsa idrica come "proprietà" del concessionario dell´acquedotto, e non come bene comune. Ma qualcuno alla Raggi questo lo ha spiegato?

La notizia più clamorosa è la terza. Suez-Gaz de France (GDF) ha annunciato un´alleanza industriale con il gruppo Caltagirone e 600 milioni di investimenti in Italia. Caltagirone diventerà socio di Suez GDF al 3,5 per cento, pagando con azioni Acea, esattamente con il 10,8 per cento. Di conseguenza Suez GDF salirà in Acea dal 12,5 al 23,3 per cento, mentre Caltagirone scenderà dal 15,9 al 5,1 per cento. Per l´Italia è una buona notizia: un grande gruppo italiano si internazionalizza e il paese attrae investimenti.

Diversamente da quanto sostiene la vulgata pentastellata, la gestione del servizio idrico è un´attività industriale, regolamentata come tutti i servizi pubblici, ed è meglio che sia offerta da operatori assoggettati al controllo del mercato (borsa) piuttosto che da opachi carrozzoni pubblici controllati in via diretta dalla politica locale. La storia di Acea, anche al confronto con le altre aziende pubbliche locali romane, è la migliore dimostrazione di questa tesi, del tutto compatibile con un controllo pubblico sulla proprietà − controllo che può essere esercitato anche con il possesso di meno del 51 per cento delle azioni. 

Il socio pubblico di maggioranza, però, deve essere autorevole. E´ singolare che Suez GDF e gruppo Caltagirone non abbiano informato il Comune di Roma. In base alle regole che vigono sul mercato, si può ben dire che si tratta di una scorrettezza, anche se per adesso si tratta solo di un annuncio. Lo statuto di Acea prevede una comunicazione al Comune, e comunque blocca i diritti di voto dei soci privati all´8 per cento. D´altra parte il Campidoglio dell´era Raggi appare ancora inafferrabile, contraddittorio, come mostra la vicenda del Peschiera. Per l´interesse di Acea e della città sarebbe bene che si chiarisca le idee. Una cosa che non si fa con lo streaming o con gli insulti alle persone, come accaduto lunedì scorso all´Ama.

C´è da registrare un cambiamento: Suez GDF era entrata in Acea con interessi industriali e non soltanto finanziari, non così Caltagirone, e infatti non sempre i due soci privati "pesanti" sono stati d´accordo. Adesso, con l´alleanza fra i due grandi gruppi che detengono il 28,4 per cento di Acea, il Comune ha un interlocutore unico. Da ciò nascono rischi, se il socio di maggioranza non esprime i suoi indirizzi − come successe durante la giunta Alemanno − ma anche opportunità per gli investimenti sulle reti (nel caso romano sul ciclo dei rifiuti) e per il ruolo che Acea potrebbe svolgere nel processo di agglomerazione dell´industria italiana delle "public utilities". Il M5S al governo della Capitale dovrà però evolvere oltre i banali slogan populistici ed elettoralistici anti-industriali, anti-borsa e anti-mercato.


Marco Causi


 



 
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