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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



22/06/2016 M.Causi
E Adesso pedalate
E Adesso pedalate
In molti si domandano se la nuova sindaco di Roma saprà gestire i numerosi tavoli di collaborazione istituzionale senza i quali l´amministrazione del Campidoglio rischia di restare inceppata. Se eviterà, cioè, l´errore di isolarsi sul colle capitolino scegliendo la strada della propaganda anti-governativa. Una strada che può sembrare a prima vista più facile, ma che danneggerebbee assai la città.
Non so se la Raggi lo sa − anche perché se ne è parlato poco o nulla durante la campagna elettorale − ma in Campidoglio troverà numerose opportunità create dal governo nazionale e dal lavoro di chi l´ha preceduta. Su ciascuna però bisogna lavorare da subito con qualità e intensità, e con pieno e leale partenariato con Regione e Stato. Un lavoro che ha un´ampia componente tecnica e non si risolve in banali categorie politichesi o battute superficiali. Sono stati impegnati, ad esempio, ma ancora non spesi 159 milioni di euro stanziati a novembre come seconda tranche dei finanziamenti per l´anno giubilare. Sono un´occasione importante per fare non solo un po´ di manutenzione urbana, ma anche investimenti sulle malandate reti dei servizi pubblici romani (illuminazione, nuovi autobus, automezzi per l´Ama, ecc.).
E´ uscito due settimane fa il bando per l´assegnazione dei 500 milioni destinati alle periferie: novanta giorni per presentare le domande. Se Roma si impegna e presenta buoni progetti, può tranquillamente puntare a portare a casa una somma intorno ai cinquanta milioni, varando tre-quattro-cinque interventi per ogni municipio che contiene aree periferiche (almeno tredici su quindici): un´occasione imperdibile per fare interventi di ricucitura urbanistica, decoro, manutenzione straordinaria di beni pubblici (piazze, giardini, scuole, impianti sportivi, fermate della rete di trasporto pubblico, case popolari,ecc.). Ma non c´è un minuto da perdere per programmare e realizzare le progettazioni. Raggi e i/le presidenti dei municipi non possono permettersi il lusso di una fase di rodaggio.
Sugli investimenti sono numerosi i tavoli di collaborazione inter-istituzionale. L´intesa istituzionale di programma firmata da governo e Zingaretti contiene interventi importanti per Roma, con risorse in partenza pari a 1,4 miliardi, aumentabili in futuro fino a tre: sistemazione delle ferrovie concesse (Roma-Lido e tratto urbano della Roma-Viterbo), tram, acquisto di nuovi treni, interventi sui sistemi di impresa e sulla reindustrializzazione, e altro ancora. Bisogna però dire dei sì e dimostrarsi capaci di fare, perché le risorse non sono più ripartite a tavolino: se Roma e Lazio non fanno i progetti e non impegnano quanto ricevuto perdono i soldi a vantaggio dei territori meglio organizzati (bravo Delrio: questa nuova procedura può rompere l´inerzia dei nostri enti pubblici, abituati a spendere lentissimamente perché tanto le risorse restano in cassa; adesso però non è più così). Anche qui la Raggi non può permettersi sbavature, deve dimostrare di saper lavorare per raggiungere gli accordi necessari con le altre istituzioni e deve sciogliere velocemente alcune incertezze programmatiche del suo movimento (che in Comune è favorevole agli ecodistretti, i quali invece sono visti come il male assoluto dal gruppo pentastellato della Regione Lazio).
La sede più importante di collaborazione istituzionale è il tavolo di monitoraggio del piano di rientro. E´ lì che il governo controlla se il Campidoglio sta facendo il suo dovere di risanamento dei conti. Un controllo tecnico, si badi bene, non politico: se la ragioneria generale dello stato non è convinta dei numeri ti prende a randellate senza proprio preoccuparsi del colore politico di Sindaco e giunta. Lo dico per esperienza personale, avendo partecipato a varie riunioni di quel tavolo a Palazzo Chigi durante le mie vacanze estive da vicesindaco di Roma, prendendo la mia parte di randellate. Ancora più importante è il fatto che quello è il tavolo che, in base alle norme cosiddette "salva Roma", può decidere modifiche e aggiustamenti del piano di rientro. E modifiche sono assolutamente necessarie, soprattutto per creare nuovi spazi agli investimenti e alle spese imprevedibili. Non si creda che si tratti di decisioni puramente politiche: occorre raggiungere il consenso di tutti con buone motivazioni e buone proposte, proseguendo senza discontinuità l´ottimo lavoro fatto prima dalla Scozzese e poi, in questi ultimi mesi, da Castaldi.
Insomma, questa bicicletta che Virginia Raggi e il suo movimento hanno così intensamente voluto, e ottenuto con numeri che conferiscono, inequivocabilmente, un forte mandato politico, non può fermarsi nell´area di sosta in attesa che i nuovi amministratori si riscaldino. E non può neppure isolarsi dagli altri ciclisti che stanno su strada. Bisogna pedalare e sapere lavorare in squadra. Naturalmente il PD, dal suo ruolo di opposizione, incalzerà senza sconti giorno dopo giorno Sindaco e giunta per difendere l´interesse della città.
 



 
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