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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



10/12/2014 M.Causi
Ecco come il Campidoglio ha deragliato negli anni di Alemanno

Per contribuire alla riflessione sulle vicende romane è bene tornare all´inverno 2008-2009, quando Alemanno ottenne dal governo Berlusconi una normativa speciale che liberò il bilancio del comune di Roma da un´ingente quantità di impegni finanziari, accollandoli ad una gestione commissariale separata.

Gli ispettori del ministero dell´economia chiamati nel 2013 ad effettuare una "due diligence" del bilancio ereditato da Marino ricostruiscono l´evoluzione della spesa comunale durante gli anni di Alemanno − effettuando tutte le necessarie correzioni per arrivare al confronto di dati omogenei − e così concludono: "il vantaggio ottenuto dall´ente a seguito dell´accollo da parte dello Stato degli oneri a servizio del debito contratto antecedentemente al 28/4/2008 si è tradotto nell´anno 2009 in un incremento della spesa corrente di importo addirittura superiore … a distanza di cinque anni la spesa è aumentata di circa 900 milioni di euro".

In cifre, l´ultimo rendiconto Veltroni del 2007 ha una spesa corrente di 3,2 miliardi, che nell´ultimo rendiconto Alemanno del 2012 troviamo lievitata fino a 4,1 miliardi: più 28 per cento in cinque anni.

Le norme speciali del 2008-2009 hanno generato un vistoso allentamento dei vincoli di bilancio del comune, consentendo alla gestione Alemanno un vero e proprio deragliamento della spesa corrente, con i corollari delle assunzioni ATAC e AMA e dell´esplosione della spesa che sotto l´etichetta del "sociale" nasconde purtroppo ciò che l´inchiesta Mafia Capitale sta portando alla luce. 

Marino eredita un pesante deficit strutturale, che adesso − con nuove norme speciali varate nel 2014 − è stato messo sotto controllo con un piano di rientro triennale monitorato dal governo nazionale.

Ho sempre sostenuto, e lo faccio ancora, che la "massa debitoria" accollata alle gestioni precedenti al 2008 fu costruita in modo artificioso, sommando pere con mele. Allo stock del debito storico - di per sé ingente ed ereditato dagli anni ´80 e ´90, ma ben conosciuto − furono sommati debiti commerciali (pagamenti ritardati) e debiti fuori bilancio. Per questi ultimi non soltanto quelli già registrati, ma anche quelli ipotetici per il futuro, come ad esempio il contenzioso urbanistico.

Il segno politico di quella operazione − tesa a colpire il leader dell´opposizione parlamentare di allora - a me sembra chiaro. Il beneficio per Alemanno fu una disponibilità di bilancio ben più ampia del passato. Se in più ci mettiamo l´allentamento dei controlli e la vistosa riduzione della capacità amministrativa della macchina comunale, allora la frittata è fatta.

Può ben darsi che anche l´opposizione capitolina abbia goduto di una parte di quel beneficio, con sessioni di bilancio in cui c´era più spazio per finanziare proposte dei consiglieri di opposizione di quanto quegli stessi consiglieri avessero negli anni precedenti, quando erano maggioranza. Può ben darsi insomma che l´allentamento del vincolo di bilancio abbia indotto una distorsione nei comportamenti dell´opposizione. I segnali non mancano, e non c´è neppure bisogno di ricorrere alle recenti cronache giudiziarie.

Due conclusioni. Primo, le norme speciali del 2008-2009 non hanno funzionato, anzi hanno avuto un effetto nefasto. Sarebbe ora di superarle: riunificando − o almeno coordinando più strettamente − la gestione ordinaria del Comune con quella commissariale ante 2008 si possono trovare spazi per risparmi ed efficienza.

Secondo, il PD deve saper ricostruire una lucida analisi storica di quanto è avvenuto, prima e dopo il 2008. Se oggi, sull´onda della giusta arrabbiatura, si cede all´idea che "tanto a Roma è stato sempre così" si fa soltanto un regalo alle forze sfasciste e fascio-mafiose. Non voglio certo dire che prima del 2008 non furono fatti errori, e anzi anche questi sarebbe ora di analizzarli in modo razionale e non emotivo né strumentale. 

Attenzione però a non cadere nel tranello: la "damnatio memoriae" delle giunte precedenti il 2008, usata come pannicello caldo per lenire i dolori della sconfitta subita da parte di Alemanno, è parte integrante del disorientamento culturale e politico che il PD capitolino ha sofferto durante gli anni dell´opposizione, mentre l´aumento della spesa comunale permetteva anche all´opposizione di ottenere benefici e di compartecipare agli indirizzi sull´impiego delle risorse.

 

Marco Causi

 

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