La
Camera dei Deputati ha approvato il testo di una legge che
introduce una procedura per regolarizzare i capitali nascosti detenuti da
cittadini e imprese italiani, senza anonimato e pagando quanto dovuto al fisco. Il progetto, che adesso passa al Senato per la seconda lettura, ripropone i contenuti di un decreto emanato dal governo
Letta, ma non convertito dal Parlamento, e li arricchisce sotto molti aspetti.
Da un lato,
la regolarizzazione spontanea permette di abbattere sanzioni e interessi, e
riduce anche in modo molto ampio il rischio di conseguenze penali per eventuali
reati di tipo tributario; dall´altro lato, è stato introdotto nel testo il
nuovo reato di autoriciclaggio, che punisce le condotte di occultamento dei
proventi derivanti da reati non colposi da parte di chi ha commesso il reato, e
non solo − come oggi prevede il codice penale − da parte di intermediari.
La via italiana
all´emersione dei capitali, sia di quelli esportati sia di quelli detenuti in
Italia, punta così sulla carota degli sconti - chi riemerge entro il 15
settembre 2015 ha forti facilitazioni monetarie e non rischia di essere
imputato per riciclaggio e per un ampio spettro di reati tributari - e sul
bastone del nuovo reato - chi non dovesse riemergere e decidesse invece di
spostare i soldi verso i paradisi fiscali che mantengono il segreto bancario
(dove, è bene ricordare, non ci sono più la Svizzera, il Lussemburgo, San
Marino, e tutti gli altri paesi che si stanno adeguando ai nuovi standard
internazionali di trasparenza finanziaria), deve sapere che non rischia solo
per gli eventuali reati tributari che stanno all´origine dell´esportazione dei
capitali ma anche per il reato di autoriciclaggio.
Nella nota scaricabile qui sotto si forniscono le informazioni di contesto e l´analisi dei contenuti del
testo approvato.
Il secondo documento scaricabile qui sotto è la memoria scritta dell´audizione fornita alla Camera da Francesco Greco sul nuovo reato di autoriciclaggio.
Nel terzo documento allegato, la dichiarazione di voto per il gruppo PD di Marco Causi.