Mi è ben chiaro che, in un´epoca in cui il principale mezzo di comunicazione politica è diventato Twitter, pubblicare come rendiconto della mia attività parlamentare nei tre anni che vanno dal 2010 al 2012 un documento di 186 pagine in carattere Times New Roman a spazio uno − che si aggiunge a un precedente documento di 157 pagine sul biennio 2008-2009 - può sembrare un vezzo passatista, che denota un pizzico di accademicismo, e forse di snobismo.
Accetto il rischio. Autorizzo pertanto chiunque si imbatta in queste pagine a prendermi, se desidera, un po´ in giro. A condizione, però, che lo sfottò sia intelligente e simpatico, comunque lieve.
Dietro queste pagine ci sono tante ore, tanti giorni e tante notti di lavoro.
Ci sono tre anni e mezzo di opposizione politica e parlamentare al governo Berlusconi-Bossi, fino al voto sul Rendiconto dello Stato che lo mise in minoranza alla Camera.
Ci sono tre anni di confronto-scontro sul federalismo fiscale, per il quale i gruppi parlamentari del Partito Democratico, che colgo l´occasione per ringraziare, mi hanno affidato il compito impegnativo della vice presidenza della Commissione bicamerale per l´attuazione della legge 42 del 2009.
C´è, vissuta dall´osservatorio del Parlamento, la crisi finanziaria e politica dell´estate 2011, con il rischio di default del debito pubblico e l´isolamento italiano in Europa.
C´è il lavoro di sostegno, correzione e miglioramento dei provvedimenti del governo di salvezza nazionale presieduto da Monti, in materia economica e fiscale.
Ci sono battaglie politiche, come quelle sui referendum relativi ai servizi pubblici locali e sulla privatizzazione di Acea.
C´è l´assunzione di responsabilità politica e nazionale di chi ha ritenuto necessario, sulla base degli impegni europei assunti dallo Stato italiano, procedere alla riforma dell´articolo 81 della Costituzione, con l´introduzione del principio di equilibrio di bilancio e la conseguente nuova legge "rafforzata" di bilancio e contabilità pubblica, lavorando per soluzioni in grado di fornire alla decisione di bilancio la necessaria flessibilità operativa.
C´è tanta preoccupazione, e spero qualche idea, per il futuro dell´economia e dell´occupazione in Italia, compromesso da politiche a mio modo di vedere ancora insoddisfacenti in ambito europeo e dell´euro-zona, oltre che dalle mancate riforme interne sul versante delle istituzioni, delle regolamentazioni, dello spessore innovativo del capitalismo italiano, della partecipazione e dei rapporti fra politica e cittadini.
Quindi, mentre accetto di essere preso in giro per la componente secchiona del mio carattere, che non solo non disconosco ma manifesto apertamente nell´attività pubblica, rivendico al tempo stesso la scelta di rendicontare la mia attività parlamentare e politica in modo puntigliosamente dettagliato, e certamente pesante. Perché pesanti, purtroppo, sono i problemi che la politica italiana affronta oggi e dovrà affrontare domani. E perché il coraggio riformista che il popolo del centrosinistra italiano sarà chiamato a esprimere nel prossimo futuro, nella sfida contro i populismi di ogni colore e nella battaglia per la difesa degli interessi del paese, dovrà essere intelligente e vivo nelle idee. Spero che nelle pagine qui raccolte si possa rintracciare qualche contributo in questa direzione.
Marco Causi