Dichiarazione di voto a nome del gruppo del Partito Democratico
Marco Causi
Montecitorio, 11 ottobre 2012
Signor Presidente, nel titolo di questa legge delega non c´è la parola riforma. Ci sono le parole equità, trasparenza, crescita, ma non la parola riforma: non è un caso, perché questa delega non contiene un´organica proposta di modifica del sistema tributario. Non ci sarebbero stati i tempi per attuare un disegno generale di riforma, non ci sarebbero state soprattutto le condizioni politiche, perché la «strana maggioranza» che sostiene il Governo Monti difficilmente avrebbe potuto trovare un accordo su un impianto di riforma complessiva in quanto si mantengono, all´interno della maggioranza, delle visioni diverse − e, in qualche caso, anche alternative − di politica fiscale. Saranno i programmi politici che i diversi schieramenti porteranno nel confronto elettorale e sarà il voto degli elettori a dare un mandato politico al prossimo Governo per eventuali interventi più incisivi sul sistema tributario, anche in relazione all´andamento delle grandezze macroeconomiche e macrofinanziarie.
In questa delega sono contenuti, invece, interventi di manutenzione straordinaria su una serie di elementi che influenzano i meccanismi di base del funzionamento del sistema tributario. Il gruppo del Partito Democratico voterà la fiducia, perché la legge delega ha importanti valenze politiche positive.
Innanzitutto, si supera in modo definitivo la proposta di legge delega del precedente Governo, firmata dall´allora Ministro Tremonti, che, nell´intreccio con i decreti legge nn. 98 e 138 del 2011, prevedeva addirittura un taglio di 20 miliardi di euro a carico delle agevolazioni fiscali e della spesa assistenziale per fornire copertura finanziaria alla manovra di pareggio di bilancio entro il 2013. Opportunamente il Governo Monti ha trovato altre strade di copertura finanziaria, perché quelle previste dal precedente governo avrebbero generato, attraverso la riduzione delle detrazioni Irpef, un´inaccettabile aumento della pressione fiscale sui redditi bassi e medio-bassi. Riteniamo positivo, quindi, che sia stato accolto in Commissione l´emendamento del Partito Democratico che salvaguarda, nella futura revisione delle agevolazioni, le detrazioni da lavoro e da pensioni, anche se avvisiamo il Governo che quello che abbiamo letto in queste ultime ore sull´intervento che la legge di stabilità fa in materia di detrazioni Irpef andrà attentamente valutato e calibrato.
Un secondo motivo politico per il nostro giudizio positivo è che in questa delega si identificano alcuni campi d´azione su cui registrare una convergenza fra forze politiche diverse, le quali pur mantengono programmi di politica fiscale differenti fra di loro. E questo è un bene: dà stabilità nel tempo alla normativa, quindi certezza agli operatori economici. La guerra guerreggiata degli ultimi 20 anni in campo fiscale, spesso viziata da demagogismi e da populismi, ha provocato danno al Paese e ha distolto l´attenzione della politica e dell´amministrazione dalle priorità d´intervento per il buon funzionamento della macchina, degli strumenti e delle regole. Ad esempio, da più di 20 anni aspettiamo la riforma del catasto; e da molti anni le imprese, e la stessa amministrazione, aspettano certezze sulla materia antielusione. Insomma, con questa delega modifichiamo l´agenda delle politiche fiscali, interveniamo sull´ingegneria del sistema e diamo il messaggio, con un voto che noi auspichiamo ampio, che le nuove regole resteranno stabili nel tempo, e non verranno smontate e rimontate dai prossimi Governi pro tempore.
E infatti, e non per caso, il giudizio internazionale su questo provvedimento è positivo: in un recente rapporto del Fondo monetario internazionale sulla politica fiscale in Italia si leggono le seguenti parole, che traduco tra virgolette: «La delega fiscale» dice il Fondo monetario «fornisce un impianto per introdurre miglioramenti significativi sia nel disegno che nel funzionamento del sistema fiscale italiano. Le sue previsioni» − continua il Fondo − «coprono un arco di materie tributarie ampio e diversificato, alcune più importanti di altre, ma tutte con finalità coerenti e con potenzialità di miglioramento del sistema » Conclude il rapporto del Fondo monetario: «Nel complesso si tratta di un pacchetto sostanziale e ben congegnato».
Bene allora la riforma del catasto, attesa da oltre 20 anni, necessaria per superare le diffuse iniquità delle vigenti stime catastali, iniquità ampliate dall´intervento proporzionale, uguale per tutti, sui coefficienti di rivalutazione compiuto nel decreto «Salva-Italia ». Oggi a Roma un appartamento di 100 metri quadri e di 5,5 vani catastali, se è collocato nel quartiere Prenestino-Labicano vale per il catasto 167 mila euro; se è collocato a via dei Banchi Vecchi vale solo 106 mila euro, con un rapporto, rispetto al valore di mercato, di 1 a 2 a Prenestino-Labicano e di 1 a 7 nel centro storico. La riforma quindi avrà un importante ruolo di riequilibrio per l´equità e per l´efficienza.
Grazie alla clausola d´invarianza del gettito si capisce bene che i riflessi di questa riforma, ad esempio sull´Imu, potranno anche in molti casi essere positivi. La nuova aliquota di equilibrio dell´Imu sarà più bassa e per molti immobili, soprattutto nelle aree periferiche e semiperiferiche delle grandi città italiane, ci potrà essere una riduzione dell´Imu, magari piccola, ma comunque una riduzione. Bene, poi, l´indirizzo introdotto in Commissione per una riforma del sistema delle detrazioni all´Imu, e cioè per il superamento della detrazione fissa e la sua sostituzione con detrazioni legate alla condizione socioeconomica della famiglia, così come riflesse nell´Isee.
Bene il meccanismo di approvvigionamento del Fondo strutturale per la riduzione della pressione fiscale, che finalmente verrà incardinato all´interno della procedura di bilancio, destinando a questo Fondo i proventi della lotta all´evasione che non siano stati programmati per il raggiungimento degli obiettivi di bilancio. Chiediamo al Governo più coraggio, e cioè di anticipare dal 2014 al 2013 il funzionamento di questo nuovo meccanismo.
Bene anche la nuova regola generale antielusione e il chiarimento normativo sul divieto dell´abuso di diritto. Bene il rafforzamento del ruolo degli interpelli. Bene il rafforzamento del tutoraggio, i nuovi sistemi di gestione aziendale del
rischio fiscale, insomma, tutto quello che potrà migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti e soprattutto tra fisco e imprese, in modo anche da rendere il nostro Paese più attrattivo per gli investimenti, interni e d internazionali. Bene la revisione del sistema sanzionatorio: nessuno sconto sui reati di frode e di evasione, ma invece noi siamo d´accordo a differenziare le sanzioni per i reati minori, al di sotto di soglie adeguate.
Bene, infine, la riforma della tassazione delle piccole imprese, che provocherà una piccola rivoluzione culturale nei nostri piccoli imprenditori, i quali non sono abituati a distinguere quanto del loro reddito deriva dal contributo lavorativo e quanto, invece, dal rendimento dell´attività imprenditoriale. Bene la riforma della riscossione locale; bene il riordino e il potenziamento dei controlli sui giochi.
Meno bene, invece, la questione dell´accorpamento delle agenzie fiscali, dove si sono registrate divergenze di opinioni. Il Partito Democratico mantiene una riserva sulla vicenda dell´accorpamento, e invita il Governo a monitorare con molta attenzione l´impatto della riforma delle agenzie fiscali prevista dalla spending review. A noi sembra che per attuare la riforma del catasto, per rafforzare i controlli sui giochi, per ampliare interpello e tutoraggio, insomma per realizzare davvero tutto quello che la legge delega contiene, sia necessario che il sistema delle agenzie fiscali non venga smottato da cambiamenti organizzativi pensati dentro logiche di mero risparmio finanziario. La nostra opinione è che la riorganizzazione del sistema delle agenzie avrebbe dovuto essere un riflesso di questa delega e non derivare − come è stato con la spending review − da un procedimento differente e parallelo. E ci è sembrato che il Governo abbia, sul punto, espresso orientamenti diversi: alla fine l´opinione del bilancio è prevalsa su quella delle finanze, ma sul merito della questione non sono state fornite, ai critici dell´accorpamento, risposte convincenti.
Ciò nonostante il Partito Democratico, pur mantenendo questa riserva, voterà la fiducia, perché i contenuti più importanti della delega sono altri e sono strutturali e perché si tratta di elementi che rilevano per la credibilità internazionale del Paese, un bene di enorme importanza per un Paese fortemente indebitato e soggetto al monitoraggio internazionale.
E poi perché in chi ha proposto questa delega − che porta la firma, voglio ricordarlo, dell´allora Ministro dell´economia Mario Monti − c´è la voglia di lavorare, anche duramente, anche in poco tempo, per fare quelle riforme che, per troppi anni, sono state depennate dall´agenda di una politica attenta solo al marketing. Ed è questa la nostra stessa voglia, la voglia del Partito Democratico. Al sottosegretario Ceriani diciamo che lo ringraziamo e che gli riconosciamo la tenacia con cui sta portando avanti questo importante lavoro, ma ci aspettiamo, a questo punto, che si metta «pancia a terra» nei prossimi mesi, perché abbiamo pochi mesi per fare i decreti attuativi e concretizzare davvero i vari pezzi di questo importante provvedimento; decreti attuativi che − voglio ricordarlo a tutti −, per effetto di un emendamento in Commissione finanze, verranno assoggettati ad un parere rafforzato delle Commissioni di merito e delle Commissioni finanziarie.
Votiamo la fiducia anche perché, finalmente, questo è un intervento strutturale che scegliamo di fare con la nostra decisione e con la vostra intelligenza, senza aspettare che ce lo chiedano le istituzioni internazionali o la Banca centrale europea, o che ce lo imponga l´incalzare dell´emergenza. È una legge che affronta temi complessi, difficili, spinosi, e lo fa indipendentemente da convenienze politiche del momento che, troppo spesso, nel nostro Paese sono diventate miopi e distorte dal cortotermismo.
Il Partito Democratico insomma condivide non solo il merito della legge delega, ma soprattutto ciò che ne traspare in termini di spirito pubblico, di messaggio politico e, cioè, l´urgenza di rimboccarci le maniche, lavorare duramente per superare l´enorme arretrato che la decisione politica ha maturato nei confronti del Paese, per rimettere in asse politica e società, salvando le basi della nostra democrazia repubblicana con il coraggio dell´equità e delle riforme