Nell´intervista rilasciata a La Repubblica il 28 novembre, il nuovo Amministratore delegato di Atac, Maurizio Basile, veste i panni di Alice e dichiara: "Quando mi chiamano, non mi chiedo mai cos´è successo prima". Alice-Basile si adegua così all´aforisma di Lewis Carroll, secondo cui "è una ben povera memoria quella che funziona solo all´indietro", molto meglio è una memoria che conservi in sé il perfetto ricordo del futuro.
Se Alice-Basile conosce già il futuro, buon per lui. Per quanto riguarda l´indagine che sta conducendo sulla vicenda delle assunzioni in Atac, mi sento però di dargli un consiglio per orientarsi in questo dilemma filosofico. Nel novembre del 2006 la Giunta comunale di Roma ha approvato un "Codice di ricerca, selezione e inserimento del personale" che nei mesi successivi fu adottato da tutte le aziende comunali.
Nel Codice si stabilivano i criteri per garantire la tracciabilità, la trasparenza e la pubblicità delle procedure di selezione del personale. Si identificavano le responsabilità di attuazione e i doveri di ciascuno, dal direttore del personale fino alle società esterne eventualmente incaricate di gestire le selezioni. E si dettavano le incompatibilità per le assunzioni a chiamata diretta, che venivano vietate per coniugi e parenti di primo grado dei soggetti che (a) rivestono ruoli dirigenziali e direttivi all´interno della società e (b) ricoprono ruoli di rappresentanza, di indirizzo e di controllo con riferimento alla stessa società. Nelle società "in house" come Atac è il Comune ad esercitare indirizzo e controllo, quindi l´incompatibilità comprende sia i ruoli politici (consiglieri comunali e assessori) che quelli tecnici (dirigenti e personale dei dipartimenti comunali che intrattengono con l´azienda rapporti contrattuali).
Indaghi quindi Maurizio Basile sui motivi che hanno condotto alla disapplicazione di queste regole e sulle eventuali responsabilità, prima di tutto dentro l´azienda e non solo nella "politica". E degli esiti venga data piena informazione. Non si produca, da questa indagine, un´indistinta memoria liquidatrice del passato. Insomma: la memoria che funziona solo all´indietro sarà pure "povera", ma almeno l´opinione pubblica ha il diritto di sapere che, alcuni anni fa, le regole e i controlli vennero costruiti e che, in un passato più recente, quelle regole e quei controlli sembrano essere letteralmente saltati per aria.
Marco Causi