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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



10/11/2010 M.Causi
Fabbisogni standard di Comuni e Province: Governo e maggioranza approvano un decreto insufficiente e confuso
Il decreto sul calcolo dei fabbisogni standard di Comuni e Province, che la maggioranza di centro-destra ha oggi approvato in Commissione bicamerale per l´attuazione del federalismo, con il voto contrario del Pd e delle altre opposizioni, rappresenta un´occasione mancata per mettere a frutto i principi più innovativi contenuti nella legge delega sul federalismo fiscale. Il Governo e la sua maggioranza, ormai, pensano solo al tempo, hanno fretta di approvare qualsiasi atto, e non si preoccupano delle superficialità, delle contraddizioni, degli errori e delle omissioni di cui è pieno il decreto, nonostante alcune positive correzioni apportate al testo originario proposto dal Governo durante il lavoro della Commissione bicamerale.
Due soprattutto sono le aree di rilevante criticità: il mancato raccordo fra procedure di calcolo dei fabbisogni standard e definizione dei livelli essenziali delle prestazioni per l´erogazione dei servizi alla persona costituzionalmente garantiti, in particolare nel campo dell´assistenza, dell´istruzione e delle altre funzioni fondamentali degli enti locali; l´assenza di garanzie finanziarie sufficienti per far partire effettivamente il processo e per governarlo nel corso del tempo. Pesano come un macigno i tagli apportati nel bilancio dei prossimi tre anni, soprattutto a carico dei Comuni (2,5 miliardi), di cui non si dovrebbe tener conto in fase di attuazione del federalismo. E pesa ancora di più, nel testo del decreto che il Governo ha voluto approvare con i soli voti della sua maggioranza, l´assenza di alcuna previsione sui processi che dovrebbero in futuro garantire la convergenza verso i costi e i fabbisogni standard e verso i livelli essenziali e gli obiettivi di servizio. Tutti elementi, va ricordato, ben presenti nella legge delega, che però il decreto rinuncia ad attuare.
Il Partito Democratico ha presentato in Commissione bicamerale una proposta alternativa, da parte del relatore Stradiotto, su cui si è realizzata un´ampia convergenza di tutte le opposizioni. Anche il Governo e la maggioranza hanno dovuto apportare alcune modifiche all´iniziale testo "vuoto" proposto dal Ministro Calderoli, incalzati dalle nostre proposte: in particolare, si è introdotta nel decreto la previsione che il Dpcm che adotterà la nota metodologica per le procedure di calcolo dei fabbisogni standard passerà al vaglio del Parlamento, attraverso i pareri della Commissione bicamerale e delle Commissioni finanziarie.
Su molti altri punti di merito, però, le nostre proposte alternative, non accettate dal Governo e dalla maggioranza, configurano un´attuazione più avanzata e coerente dei principi presenti nella legge delega. In particolare, nella nostra proposta: (a) vengono definiti con precisione i raccordi da stabilire fra livelli essenziali, obiettivi di servizio e fabbisogni standard; (b) viene avviato un processo per la definizione dei livelli essenziali nei settori costituzionalmente garantiti che ne sono ancora privi; (c) viene così trovato un ancoraggio per l´applicazione delle metodologie di calcolo, le quali in assenza di "l.e.p." non potranno fare altro che fotografare l´esistente; (d) viene chiarito un punto di grande rilievo applicativo, che resta confuso nel testo che Governo e maggioranza hanno voluto, e cioè la differenza fra metodi di calcolo finalizzati al riparto di somme predeterminate e metodi di calcolo finalizzati invece alla costruzione di indicatori di costo, di efficienza, di efficacia e di appropriatezza; (e) viene definito con dettaglio il processo di "convergenza" da realizzare ai sensi non solo della legge 42, ma anche della legge 196 di riforma della contabilità e della finanza pubblica; (f) vengono descritte con maggiore precisione le metodologie statistiche da utilizzare nel processo di definizione dei fabbisogni standard. E, infine, la determinazione dei fabbisogni standard, nella nostra proposta, avviene in modo coordinato con il disegno di legge della "Carta delle autonomie" e comprende in particolare il settore delle infrastrutture per i servizi culturali (musei, biblioteche, archivi).
 

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