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Marco Causi

Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.

La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
 



15/03/2010 M.Causi
Nota sulla finanza pubblica italiana 2009-2010
Sintesi
La ripresa congiunturale del terzo trimestre 2009 (+0,5 per cento) non si è consolidata nel trimestre successivo (-0,3 per cento). Il dato complessivo del 2009 (-5,1 per cento) mostra un Italia più fragile rispetto al resto d´Europa (-3,9 per cento nell´area euro).
Ciò può avere diverse, e concomitanti, spiegazioni. Uno dei fattori determinanti è che il bilancio pubblico non è stato usato in modo ottimale ai fini del contrasto alla crisi durante l´ultimo biennio.
Nel 2008 la politica di bilancio non è stata anticiclica. Nel 2009 gli spazi aperti dal controllo della spesa per il personale pubblico e dalla riduzione della spesa per interessi sono stati in buona parte dissipati con l´incontrollato aumento delle altre spese pubbliche correnti. Non si è realizzato un contributo anticiclico degli investimenti pubblici, che pure era stato programmato, per la colpevole scelta del Governo di non dare spazio e protagonismo agli enti locali.
La composizione del bilancio pubblico è peggiorata, sia dal lato delle entrate (aumento delle una tantum) che dal lato delle spese. In quantità e in qualità la manovra di bilancio avrebbe potuto e potrebbe fare di più e meglio.
E´ il ritorno su un sentiero più sostenuto di crescita, infatti, il vero obiettivo delle politiche anti-crisi, e non soltanto l´attivazione automatica degli stabilizzatori (come la Cig) che forniscono un paracadute sociale e un´intonazione anti-ciclica al bilancio pubblico.
Pur assottigliati, alcuni margini esistono ancora e vanno utilizzati urgentemente. Rigore e sviluppo vanno tenuti insieme e perseguiti con coerenza. Il rigore va esercitato nei confronti di tutti e non solo di alcuni, diversamente da quanto ha fatto il Governo con il regalo dello scudo fiscale a 200 mila evasori e con i regali tariffari ai concessionari di pubblici servizi pagati da tutte le famiglie e le imprese italiane. Lo sviluppo va sostenuto con efficaci e mirate politiche della spesa: a vantaggio degli strati sociali più colpiti dalla crisi, che esprimono un´elevata propensione al consumo, e a supporto di adeguate politiche di difesa e di rilancio dell´apparato produttivo nazionale.
Il deterioramento a medio termine della finanza pubblica, che sembra peggiore di quanto ammesso dai documenti governativi di gennaio 2010, si contrasta con una diversa qualità della spesa e con una maggiore attenzione allo sviluppo.
 



 
M.Causi
Nota sulla finanza pubblica

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