Lo "scudo" fiscale è diventato ancora più indigeribile con le modifiche apportate al Senato, che permettono ai soggetti "scudati" di proteggersi non solo per i reati di tipo amministrativo, civile e tributario, ma anche per alcuni reati di rilevanza penale, come il falso in bilancio.
D´altra parte, questa è una naturale conseguenza del vero ampliamento introdotto, e cioè l´estensione dello "scudo" alle controllate e collegate estere di imprese italiane. Neppure nei precedenti "scudi" si era estesa così tanto la platea del "regalo", che restava confinata a persone fisiche, enti non commerciali e società semplici. Adesso potranno essere "scudate" anche le somme trasferite all´estero da società di persone e società di capitali tramite "scatole" nei paradisi fiscali. Ma è chiaro che, quando queste somme dovessero emergere nei bilanci delle società controllanti in Italia, potrebbero scattare reati penali che la nuova norma, per conseguenza logica, decide di "lavare" totalmente.
Per di più, a tutte queste somme non verrà applicata la normativa anti-riciclaggio, il che apre la strada al rischio di potere impunemente "lavare" denari ricavati con attività illecite e criminali. Ma anche nel migliore dei casi, e cioè in quello in cui un´impresa italiana abbia costituito "scatole" estere per il solo obiettivo di pagare meno tasse, la norma prevista dal governo Berlusconi e dalla sua maggioranza non impone neppure, almeno, che l´emersione di queste somme sia soggetto ad un vincolo di patrimonializzazione della stessa impresa (ad esempio, obbligando a utilizzarle per l´aumento di riserve non distribuibili per un certo numero di anni).
I fatti parlano da soli, e così le norme di legge. E chiunque può capire, leggendo gli articoli del decreto di luglio e di quello correttivo modificato al Senato, che siamo di fronte a un vero e proprio scandalo politico. E tuttavia, il governo e la maggioranza continuano a riempire gli organi di informazione con una grande bugia: che lo "scudo" italiano sarebbe uguale a quello adottato in altri paesi, come gli USA, la Francia, il Regno Unito.
Nulla di più falso. Negli altri paesi gli "scudi" non solo costano di più ai contribuenti poco onesti, ma soprattutto non sono coperti dall´anonimato. L´amministrazione fiscale acquisisce dichiarazioni spontanee nominative e questo permette l´accertamento di eventuali evasioni o elusioni effettuate in passato, nel momento in cui quei capitali si formarono, prima di essere trasportati all´estero, e su questi di comminare il pagamento delle imposte dovute, con sanzioni e interessi. E permette una cosa ancora più importante nella lotta ai paradisi fiscali: acquisire le informazioni sugli intermediari finanziari e i paesi presso cui le somme sono state collocate. E´ così, ad esempio, che l´amministrazione Obama ha acquisito le informazioni necessarie per aprire specifici e durissimi contenziosi con alcune banche svizzere. Queste informazioni, invece, non saranno mai disponibili all´amministrazione fiscale in Italia.
Comunque, governo e maggioranza hanno la possibilità di redimersi e di uscire dall´ipocrisia e dalla bugia: gli emendamenti predisposti dal Partito Democratico alla Camera dei Deputati, che andranno in discussione oggi in commissione e in aula a partire dal prossimo martedì, ridisegnano lo "scudo" italiano e lo rendono uguale a quello americano (dichiarazione spontanea firmata e pagamento imposte evase in misura ordinaria con sanzione del 20%) oppure a quello inglese (dichiarazione spontanea firmata e pagamento delle imposte evase in misura ordinaria con sanzione del 10%) oppure ancora a quello francese (regolarizzazione "contrattata" fra contribuente e amministrazione, con pagamento dell´imposta evasa in misura ordinaria e sanzioni variabili dal 10 al 40% a seconda della gravità dell´omissione).
Insomma: cara destra italiana, se davvero vuoi, fai pure questo "scudo", regalo senza contropartita ad ogni sorta di illecito tributario, ma smettila di paragonarti a Obama, a Gordon Brown, a Sarkozy. Perché (purtroppo) la destra italiana con Obama, Gordon Brown, Sarkozy, non ha nulla, ma davvero nulla a che spartire.