Sostiene Gianni Alemanno che, con l´inchiesta avviata sulle cosiddette Affittopoli e Svendopoli, "non vogliamo fare né allarmismo né dossieraggio, ma appurare la verità". Non la pensa allo stesso modo il Pd, finito sotto attacco per le presunte vendite poco trasparenti e poco convenienti per le casse del Campidoglio. E proprio per chiarire le modalità di quelle alienazioni di patrimonio comunale avvenute tra il 2005 e il 2006, i democratici hanno convocato la seconda conferenza stampa in una settimana. "Schierata" la stessa squadra di qualche giorno fa: Walter Verini, ex capo segreteria di Walter Veltroni, Marco Causi, ex assessore al bilancio, Roberto Morassut, ex assessore all´urbanistica e Marco Miccoli, segretario romano del Pd.
"Non ci stiamo a far passare l´idea che "siamo tutti uguali" - esordisce Verini - chi ha governato la città fino a tre anni fa lo ha fatto in trasparenza e nel rispetto delle regole. C´è una differenza antropologica tra noi e questo centrodestra".
Il cuore del problema, sul quale il Pd vorrebbe mettere la parola fine, sono le 5 aste organizzate per vendere i 709 appartamenti di proprietà del Comune: "Erano tutte in regole", spiega Causi esibendo i documenti relativi a quelle vendite. C´è la delibera del consiglio comunale del novembre 2004 quando l´aula votò all´unanimità ("Da An a Rifondazione", specifica Causi) le regole per la vendita delle case, c´è una copia della Gazzetta ufficiale con gli avvisi di asta pubblicati, ci sono i criteri fissati per la stima del valore degli immobili e una copia di un verbale d´asta: "Per alcune ci sono state anche 15 offerte, per altre solo due o una. Questo dimostra che sono state aste vere, presiedute da un notaio che hanno fruttato anche il 50% del valore di base di vendita". "Facciano pure 100 inchieste - aggiunge Morassut - ma quest´operazione resta una bufala montata per coprire i fallimenti di Alemanno".
E se il Pd contrattacca, l´Udc avanza una proposta: "Presenteremo una delibera - annuncia il capogruppo in Campidoglio, Alessandro Onorato - per istituire un´anagrafe pubblica del patrimonio immobiliare di Roma". Una sorta di inventario dei beni disponibili della città, esclusa l´edilizia residenziale pubblica. "In questo modo - prosegue Onorato - con la trasparenza è possibile disinnescare qualsiasi affittopoli". Sul sito del Comune, per ogni bene, dovrebbe essere indicato indirizzo, metri quadri, valore catastale, importo dell´affitto e eventuale morosità. Sulla proposta dell´Udc hanno annunciato il loro appoggio sia il Pdl sia il Pd.