Siamo agli sgoccioli, il federalismo sta per essere depennato dagli obiettivi del governo e inserito in quelli raggiunti nella legislatura. Ma per avere la certezza di portarlo a casa senza intoppi, l´esecutivo ha deciso di porre la fiducia sul provvedimento, col placet della Lega. "Meglio essere sicuri", ha detto chiaro e tondo il Senatùr per motivare la scelta della maggioranza. Riflettori puntati sull´Aula di Montecitorio, dunque, dove oggi alle 19,30 i deputati saranno chiamati ad esprimere il loro parere, subito dopo le dichiarazioni di voto.
La fiducia sbloccherà l´iter del decreto legislativo sul fisco municipale che si era "inceppato" nella Commissione bicamerale sul federalismo e a stretto giro aveva incassato le perplessità di natura procedurale sollevate dal Presidente della Repubblica, Napolitano. Il voto di oggi sarà posto sulla risoluzione di maggioranza che recepisce in tutto e per tutto la relazione del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli a Montecitorio. Dopo il via libera della Camera il testo tornerà al Consiglio dei ministri per l´approvazione definitiva, forse giovedì.
"E´ il suggello di un governo riformista", ha detto Calderoli ai cronisti in Transatlantico. "Ci è stato chiesto di fare un passaggio parlamentare: il voto di fiducia è la massima espressione della solennità dell´Aula". E ha tenuto a precisare che le voci di una tassa patrimoniale sono false. È prevista invece "per numerosi comuni la facoltà di istituire l´imposta di soggiorno" che sarà corrisposta alla struttura che ospiterà il turista in proporzione al prezzo pagato e non superiore a 5 euro. Il ricavato potrà essere utilizzato per interventi che riguardano il turismo, l´ambiente e i servizi sociali". Ha poi spiegato che nella prima fase di applicazione del decreto del federalismo fiscale sul fisco comunale "l´assegnazione dell´Iva − per la quale è prevista una compartecipazione per i Comuni − verrà fatta su base regionale suddivisa per il numero degli abitanti per Comune".
Il federalismo, ha proseguito Calderoli, "é fatto per unire, non per dividere". Ma ora basta sprechi: "Il fondo perequativo assicurerà agli enti locali le risorse necessarie per il funzionamento dei servizi ma − ha detto il ministro − i flussi finanziari perequati non saranno più basati sulla spesa storica ma sui fabbisogni standard. E questo segnerà la fine delle gestioni dissennate".
Ma le barricate del Pd sono già pronte. Il segretario democrat Pierluigi Bersani, sul piede di guerra, ha annunciato un duro intervento per oggi in Aula. "Questo non è federalismo, è un pasticcio", ha detto, aggiungendo che "l´incrocio tra le esigenze politiche di Berlusconi e quelle della Lega sta facendo deragliare la riforma federalista". Bersani ha anche puntato il mirino della polemica sulle procedure: "Siamo al record delle fiducie, essere alla soglia dei 40 voti di fiducia significa un cambiamento di fatto dei meccanismi democratici".
Ma oltre al metodo è anche il merito a non andare giù ai democratici. Lo ha spiegato a chiare lettere il vicepresidente Pd nella Commissione per l´Attuazione del federalismo Marco Causi, secondo il quale la proposta del governo non dà una vera autonomia ai Comuni e non costruisce un principio di beneficio tra amministratori e comunità amministrate. "La proposta del Pd − ha detto − prevede infatti l´abolizione delle addizionali comunali Irpef lasciando l´addizionale come strumento di autonomia fiscale alle sole regioni".
Ma parlando a Montecitorio Calderoli ha affermato che il federalismo non introdurrà nessuna ulteriore imposizione e nello specifico ha citato l´esempio della cedolare secca sugli affitti con aliquote più basse (19% e 21%) rispetto a quella attuale relativa agli scaglioni Irpef, che "potevano arrivare al 40 per cento". E sul dialogo con le autonomie e con le forze politiche, il ministro ha voluto sottolineare quanto l´esecutivo abbia assicurato il dialogo continuo. "Il dibattito parlamentare è stato ampio e approfondito, e ha visto l´accoglimento delle proposte delle autonomie locali e delle forze di opposizione".
Nell´acceso botta e risposta tra maggioranza e opposizione si è inserito il leader dell´Idv Antonio Di Pietro che non ha perso l´occasione per sferrare un attacco frontale al governo: "Questo provvedimento è deplorevole nel merito e nel metodo". Per l´ex magistrato, infatti, il federalismo "è solo fumo venduto da chi non ha più nulla da dare al Paese ed è meglio che se ne vada a casa". Alla polemica che si è consumata ieri dentro il Palazzo si è aggiunta quella dei futuristi che hanno annunciato la distribuzione di 200 mila volantini nelle piazze italiane per una campagna anti-maggioranza dal titolo "La Lega ti frega!". Lo slogan: "Fli, il vero centrodestra".
Lapidarie le considerazioni del vicepresidente della Camera, il pidiellino Antonio Leone, secondo il quale le forze di opposizione, non rinunciano ad atteggiamenti ideologici, stanno cavalcando le insoddisfazioni di chi non vorrebbe rimuovere sprechi e inefficienze.
Insomma, una battaglia campale durissima quella sul federalismo. E anche un iter parlamentare particolarmente travagliato, considerando gli stop arrivati dalla Bicamerale e dal Colle. Ma ora i numeri della maggioranza a Montecitorio si attestano sui 320. Una soglia più che sufficiente per completare il percorso della riforma e avviare una nuova fase di stabilità per il governo.
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