Chiudere la partita dell´attuazione entro il 2010. È l´obiettivo del ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, che, dopo averlo anticipato martedì scorso a questo giornale, ha esplicitato ieri alla Camera di voler arrivare all´approvazione «in via preliminare di tutti i decreti attuativi della riforma entro l´anno». Così da avere l´ok definitivo entro il 20 maggio 2011, come previsto dalla delega.
E la Lega ha già lanciato lo sprint. Per Calderoli entro la prossima settimana arriverà in Consiglio dei ministri il provvedimento sul fisco regionale e provinciale, che costituirà l´oggetto del confronto odierno con il ministro dell´Economia Giulio Tremonti e i rappresentanti di regioni, Anci e Upi. Magari dopo un passaggio giovedì 23 in Conferenza unificata. Subito dopo toccherà al Dlgs sui costi standard in campo sanitario. Infine, al mini-decreto sugli standard per assistenza e istruzione. Mini perché in queste materie vanno prima fissati per legge i livelli essenziali della prestazioni.
Prossimo al sì (ma definitivo) è il decreto su Roma capitale che otterrà oggi il parere favorevole della bicamerale e domani l´ok finale del Cdm. Rispettando il desiderio del sindaco Gianni Alemanno. che vuole festeggiare con l´approvazione la visita del capo dello Stato Giorgio Napolitano in Campidoglio, prevista per lunedì 20. Il testo finale sarà diverso rispetto a quello uscito da Palazzo Chigi il 18 giugno. Per rispettare le indicazioni del parlamento verrà specificato che il nuovo statuto, il nuovo regolamento e il nuovo status giuridico ed economico dei membri dell´assemblea capitolina (che sostituirà il consiglio comunale) arriveranno solo dopo l´emanazione del Dlgs su poteri e risorse dell´ente. Di fatto, oltre al cambio di nome, il provvedimento ridurrà i municipi da 20 a 15 e i consiglieri da 60 a 48. Sperando che il Senato inserisca nella carta delle autonomie una nuova classe demografica (e quindi più consiglieri) che tenga conto delle dimensioni monstre della capitale.
Il provvedimento dovrebbe ottenere il sì anche del Pd, motivata così da Marco Causi: «Anche se simbolico, è un decreto che dimostra come un federalismo ben fatto possa innovare il funzionamento di uno Stato unitario con Roma capitale».
Intanto Calderoli ha ribadito che l´idea di decentrare i ministeri esiste ma dovrà essere formalizzata con una proposta di legge d´iniziativa popolare. Precisando che, se dipendesse da lui, trasferirebbe l´Economia a Milano, lo Sviluppo economico a Torino, l´Ambiente a Napoli e l´Interno a Palermo o Reggio Calabria.