La Repubblica, 27/09/2009 - Lettera al Direttore di Marco Causi.
CARO direttore, "Repubblica" ha registrato le difficoltà che il Comune di Roma sta incontrando in questi giorni per chiudere la partita dei famosi 500 milioni del piano di rientro.
La stabilizzazione del contributo da parte dello Stato ha una copertura normativa, ma non ha ancora copertura finanziaria a partire dal 2010.
POICHÉ queste risorse non sono destinate a finanziare i servizi e gli investimenti necessari alla città, ma a coprire il piano di rientro - e questo è l´errore originario di Alemanno, che di soldi aveva certo bisogno, ma li ha ottenuti in cambio di una montatura politica contro la precedente amministrazione - tutta la questione gira intorno alla gestione commissariale del Comune, e non alla gestione ordinaria.
Va detto che la gestione commissariale brilla per assenza di trasparenza. Quali e quanti dei famosi debiti fuori bilancio denunciati più di un anno fa sono stati effettivamente ritenuti legittimi? Come sono state spese le prime due annualità straordinarie già trasferite dallo Stato? Non è dato sapere. Il Comune non ha ottemperato a un indirizzo del Parlamento che, all´approvazione della norma speciale per Roma, chiedeva al Sindaco di rendere noti i conti della gestione commissariale in allegato al bilancio ordinario. Secondo le informazioni di Repubblica, il Ministro dell´Economia avrebbe condizionato la stabilizzazione del contributo di 500 milioni ad una verifica della gestione commissariale. Un comportamento doveroso, e anzi tardivo, per valutare con rigore e serietà la gestione commissariale affidata al Sindaco e finanziata con un apporto straordinario. Il governo deve conferire a questa gestione solo e soltanto il "giusto", e quindi le risorse necessarie a rifinanziare il debito storico e a colmare l´eventuale squilibrio che, dopo definitivi accertamenti di legittimità, dovesse emergere dalla fotografia del bilancio all´aprile del 2008. Non si devono, con quelle somme, finanziare spese ordinarie, né obbligazioni e debiti emersi successivamente (come, ad esempio, il condono delle multe, perfezionato appena un mese e mezzo fae quindi non "trasportabile" all´aprile del 2008).
Il Partito Democratico chiederà che il Governo venga in Parlamento a riferire sul piano di rientro del Comune, rispondendo alle tante interpellanze depositate ormai da mesi e rendendo così pubblici i risultati delle verifiche realizzate. L´autore è deputato Pd ed ex assessore al Bilancio del Campidoglio