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Marco Causi
Professore di Economia industriale e di Economia applicata, Dipartimento di Economia, Università degli Studi Roma Tre.
Deputato dal 2008 al 2018.
La soluzione più conveniente non è sempre quella liberistica del lasciar fare e del lasciar passare, potendo invece essere, caso per caso, di sorveglianza o diretto esercizio statale o comunale o altro ancora. Di fronte ai problemi concreti, l´economista non può essere mai né liberista né interventista, né socialista ad ogni costo.
Luigi Einaudi
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24/12/2008 Il Velino Romeo, il Pd fa quadrato e fornisce la sua versione dei fatti |
Velino, Roma, 23 dicembre- I vertici del Pd romano e laziale, nonché tutti coloro che in qualche modo hanno avuto a che fare col "famigerato" Alfredo Romeo. E´ questo lo schieramento che oggi pomeriggio si è offerto alla stampa locale e nazionale nelle sede regionale del partito per "dare un quadro dettagliato dei fatti ai cittadini" e per "confutare le tante leggerezze e millanterie, spesso nate da brandelli di conversazioni telefoniche" su cui hanno riferito finora i media. C´erano infatti il segretario regionale Roberto Morassut e quello romano Ricardo Milana. Ma c´erano soprattutto tre assessori del precedente governo capitolino: Marco Causi (Bilancio), Giancarlo D´Alessandro (Lavori pubblici) e Claudio Minelli (Casa). A esordire è stato Morassut, per chiarire che Il Pd ha "rispetto profondo per la magistratura" e che si augura che essa "possa lavorare con autonomia e se possibile con riservatezza"; ma è stato Causi il vero protagonista dell´incontro. Lui infatti, in qualità di ex assessore al Bilancio ha sciorinato una serie di argomenti dettagliatissimi per spiegare come il cosiddetto maxiappalto sulla manutenzione delle strade che fu tanto controverso e che ora Alemanno ha revocato, non contenga nulla di irregolare o di illecito. "Innanzitutto - ha detto - va sottolineato che non si tratta di un maxi-appalto, ma di un affidamento di servizio pubblico locale. Uno strumento nuovo e di cui si è servita nel recente passato non soltanto a Roma. Ma soprattutto una modalità di gestione dei servizi pubblici che ha avuto a suo tempo il placet della Commissione europea, chiamata a giudicare come infondata la sua presunta natura anticoncorrenziale". Poi Causi ha spiegato che quell´affidamento imponeva a chi vinceva la gara di concentrare nei primi tre anni (su nove) la metà del budget per gli interventi di manutenzione straordinaria a fronte di un pagamento delle rate da parte del comune costante anno per anno. "In pratica - ha evidenziato - chi ha vinto la gara doveva spendere in partenza più di quanto riceveva. Un modo per garantire efficienza e tempestività". Per quello che riguarda poi la famigerata incompatibilità del tecnico di "Risorse per Roma" (società del Comune di Roma) che era anche in una delle tre società che vinsero la gara (quel "Consorzio strade sicure", a cui erano appunto affiancate Romeo srl e Vianini Costruzioni) Causi ha ricordato che il Consiglio di Stato l´ha negata; che comunque il Comune di Roma non conosceva in anticipo questo doppio ruolo; ma che soprattutto "non avrebbe potuto in nessun modo per questo motivo sindacare su chi poteva partecipare alla gara". Dettagliati poi anche i chiarimenti su chi decise il vincitore di quella gara. "A presiedere l´organismo giudicante - ha detto - c´era il capo dell´Avvocatura comunale e ne faceva parte anche un ex Procuratore generale della Corte dei Conti". Sull´affidabilità delle aziende in competizione ("Ognuna doveva esibire una doppia fideiussione bancaria di garanzia"). E sugli strumenti di vigilanza rispetto alla qualità dei lavoro ("La commissione comunale che si occupava di queste verifiche era guidata da un Generale dei Carabinieri"). Insomma Causi ha difeso a spada tratta il metodo scelto per svolgere quel compito di manutenzione dei principali 740 chilometri delle strade della Capitale e ha ricordato che "proprio quello strumento ha consentito poco tempo fa al nuovo sindaco Gianni Alemanno di revocare l´affidamento senza rischiare contenziosi giuridici e salatissime penali". Dal canto suo l´ex assessore alla casa Minelli, a sua volta chiamato in causa in questi giorni per quell´appalto per la gestione della manutenzione delle case popolari del Comune di Roma in cui ritorna coinvolta una società di Romeo, chiarisce che il compito di quest´ultima era sostanzialmente di esattore dei canoni e di manutentore in prima istanza. "Personalmente - aggiunge poi - con Romeo in prima persona ho avuto modo di parlare poche volte e posso solo dire che mi è sembrato sempre disponibile e presente rispetto ai problemi che sopravvenivano e sui quali gli chiedevo di intervenire". "Secondo qualche organo di informazione - ha a questo proposito chiosato Morassut − il comune di Roma sarebbe stato la ‘fidanzata´ di Romeo. Mi chiedo come si possa sostenerlo quando è dimostrabile che da sindaco di Roma Walter Veltroni non ha mai incontrato l´imprenditore e che anzi quest´ultimo si sia sentito snobbato per questo"Roma, 23 dic (Velino) - I vertici del Pd romano e laziale, nonché tutti coloro che in qualche modo hanno avuto a che fare col "famigerato" Alfredo Romeo. E´ questo lo schieramento che oggi pomeriggio si è offerto alla stampa locale e nazionale nelle sede regionale del partito per "dare un quadro dettagliato dei fatti ai cittadini" e per "confutare le tante leggerezze e millanterie, spesso nate da brandelli di conversazioni telefoniche" su cui hanno riferito finora i media. C´erano infatti il segretario regionale Roberto Morassut e quello romano Ricardo Milana. Ma c´erano soprattutto tre assessori del precedente governo capitolino: Marco Causi (Bilancio), Giancarlo D´Alessandro (Lavori pubblici) e Claudio Minelli (Casa). A esordire è stato Morassut, per chiarire che Il Pd ha "rispetto profondo per la magistratura" e che si augura che essa "possa lavorare con autonomia e se possibile con riservatezza"; ma è stato Causi il vero protagonista dell´incontro. Lui infatti, in qualità di ex assessore al Bilancio ha sciorinato una serie di argomenti dettagliatissimi per spiegare come il cosiddetto maxiappalto sulla manutenzione delle strade che fu tanto controverso e che ora Alemanno ha revocato, non contenga nulla di irregolare o di illecito. "Innanzitutto - ha detto - va sottolineato che non si tratta di un maxi-appalto, ma di un affidamento di servizio pubblico locale. Uno strumento nuovo e di cui si è servita nel recente passato non soltanto a Roma. Ma soprattutto una modalità di gestione dei servizi pubblici che ha avuto a suo tempo il placet della Commissione europea, chiamata a giudicare come infondata la sua presunta natura anticoncorrenziale". Poi Causi ha spiegato che quell´affidamento imponeva a chi vinceva la gara di concentrare nei primi tre anni (su nove) la metà del budget per gli interventi di manutenzione straordinaria a fronte di un pagamento delle rate da parte del comune costante anno per anno. "In pratica - ha evidenziato - chi ha vinto la gara doveva spendere in partenza più di quanto riceveva. Un modo per garantire efficienza e tempestività". Per quello che riguarda poi la famigerata incompatibilità del tecnico di "Risorse per Roma" (società del Comune di Roma) che era anche in una delle tre società che vinsero la gara (quel "Consorzio strade sicure", a cui erano appunto affiancate Romeo srl e Vianini Costruzioni) Causi ha ricordato che il Consiglio di Stato l´ha negata; che comunque il Comune di Roma non conosceva in anticipo questo doppio ruolo; ma che soprattutto "non avrebbe potuto in nessun modo per questo motivo sindacare su chi poteva partecipare alla gara". Dettagliati poi anche i chiarimenti su chi decise il vincitore di quella gara. "A presiedere l´organismo giudicante - ha detto - c´era il capo dell´Avvocatura comunale e ne faceva parte anche un ex Procuratore generale della Corte dei Conti". Sull´affidabilità delle aziende in competizione ("Ognuna doveva esibire una doppia fideiussione bancaria di garanzia"). E sugli strumenti di vigilanza rispetto alla qualità dei lavoro ("La commissione comunale che si occupava di queste verifiche era guidata da un Generale dei Carabinieri"). Insomma Causi ha difeso a spada tratta il metodo scelto per svolgere quel compito di manutenzione dei principali 740 chilometri delle strade della Capitale e ha ricordato che "proprio quello strumento ha consentito poco tempo fa al nuovo sindaco Gianni Alemanno di revocare l´affidamento senza rischiare contenziosi giuridici e salatissime penali". Dal canto suo l´ex assessore alla casa Minelli, a sua volta chiamato in causa in questi giorni per quell´appalto per la gestione della manutenzione delle case popolari del Comune di Roma in cui ritorna coinvolta una società di Romeo, chiarisce che il compito di quest´ultima era sostanzialmente di esattore dei canoni e di manutentore in prima istanza. "Personalmente - aggiunge poi - con Romeo in prima persona ho avuto modo di parlare poche volte e posso solo dire che mi è sembrato sempre disponibile e presente rispetto ai problemi che sopravvenivano e sui quali gli chiedevo di intervenire". "Secondo qualche organo di informazione - ha a questo proposito chiosato Morassut − il comune di Roma sarebbe stato la ‘fidanzata´ di Romeo. Mi chiedo come si possa sostenerlo quando è dimostrabile che da sindaco di Roma Walter Veltroni non ha mai incontrato l´imprenditore e che anzi quest´ultimo si sia sentito snobbato per questo" |
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